La fecondazione eterologa è una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) per quelle pazienti in cui si possono verificare delle situazioni per le quali risulta difficile ottenere degli ovociti anche dopo stimolazioni ormonali con dosaggi di rilievo (ridotta riserva ovarica, età avanzata). Vi sono inoltre alcune patologie che possono portare alla medesima problematica seppur con diversa motivazione come ad esempio l'endometriosi in stadio avanzato, pregressi interventi chirurgici, patologia oncologica con ridotta riserva ovarica o menopausa precoce conseguenti alla chemioterapia/radioterapia.

Per queste situazioni esiste la possibilità di ricorrere alla donazione degli ovociti da parte di donatrici anonime per le quali viene garantita la buona salute dal punto di vista dei cromosomi, delle malattie infettive e l'assenza in famiglia di malattie psichiatriche. L'età delle donatrici è sempre compresa tra i 25-30 anni e per tale motivo i tassi di successo di tale metodica risultano essere particolarmente alti a prescindere dall'età della paziente ricevente.

Uno dei punti di maggior interesse e discussione riguarda l’individuazione della miglior strategia per le pazienti che ricorrono a questo tipo di trattamento. In particolare, meglio la donazione da fresco o con ovociti vitrificati? Meglio ovodonazione in Italia con ovociti vitrificati importati o all’estero con ovociti a fresco?

In Italia, diversamente da quanto previsto in altri paesi europei, manca una regolamentazione che disciplini le modalità di donazione gratuita (meccanismi di rimborso spese, indennizzi, permessi lavorativi retribuiti). Il riisultato dopo due anni dall’abolizione del divieto alla fecondazione eterologa è la carenza di donazioni di ovociti, di conseguenza la tecnica risulta possibile unicamente attraverso l’importazione da parte dei centri di riproduzione assistita di gameti vitrificati da altri paesi europei con ingenti costi per i pazienti e per l’amministrazione pubblica.

La vitrificazione prevede che gli ovociti donati vengano congelati in bio-contenitori in azoto liquido alla temperatura di -196 gradi, con la possibilità di riuscire a conservare le qualità delle cellule. Si tratta pertanto di una tecnica efficace e sicura, che garantisce una possibilità in più per rispondere alle innumerevoli domande di coppie che non riescono ad ottenere una gravidanza in maniera naturale e che si vorrebbero affidare alla fecondazione assistita e, soprattutto, in grado di risolvere le problematiche logistiche che l’utilizzo di ovociti a fresco comporta.

Inoltre, se poca chiarezza esiste riguardo l'ovodonazione "piena" (full-egg), in cui la donatrice è usualmente una donna giovane e con ottimi livelli di fertilità, come comportarsi nel caso dell'egg sharing (condivisione di ovociti), in cui una donna che si sottopone al trattamento in vista di una fecondazione in vitro destinata a sé stessa, dona gli ovociti in soprannumero rispetto a quelli che lei utilizzerà?

Cerchiamo di affrontare e chiarire insieme queste tematiche oggetto di discussione.